Il cortile delle Beghine ad Amsterdam, mite e ribelle

Città Olanda
online da
18/05/2018

Ad Amsterdam c’è un cortile celato alla frenesia di traffico e voci, una specie di giardino segreto cinto da alberi… di mattone. Sì, perché oltre alle piante dalle fronde rigogliose, ci crescono case curate, disposte in un circolo armonioso; placido, eppure venato di dissidenza. Ti porto a scoprire il cortile delle Beghine ad Amsterdam, vieni con me!

Lettere e voci in piazza Spui

Nel mio peregrinare per la città (di cui ho raccontato nel post Amsterdam, a spasso tra canali e curiosità) mi ritrovo in piazza Spui. Una piazzetta, a dire il vero, che fatico a mettere a fuoco per via delle bancarelle che l’affollano: scopro che qui, ogni venerdì, si tiene il mercato del libro.

Ci passeggio con calma, scruto i titoli esposti e le stampe, faccio slalom tra scatoloni a terra traboccanti di carta e parole.

C’è chi, le parole, le divora sull’Het Parool, il quotidiano di Amsterdam, come la signora seduta tra i banchetti – felpa sportiva, cappello in paglia, volto solcato da profonde rughe, occhi che scorrono rapidi sulle notizie.

E poi c’è chi gioca: non bambini, ma due anziani che, indifferenti al chiasso, si sfidano a scacchi intorno ad un tavolino piazzato nel bel mezzo del mercato. Concentrati e serafici.

Vorrei anch’io una parentesi di tranquillità, però a scacchi non so giocare. Una soluzione c’è e si chiama “cortile delle Beghine”; pare sia un’oasi di quiete in città. Vi si accede da piazza Spui, per cui inizio a guardarmi intorno, cerco un’indicazione, un varco, ma nulla.

Sgattaiolo fuori dal mercato e decido di seguire il perimetro della piazza. Passo dopo passo, arrivo ad un portone ad arco lasciato aperto, ai margini di una facciata in mattoni. “Begijnhof” recita l’incisione sulla targa di ottone. Ci siamo.

Un cortile per sole donne

Varcato il portone, un breve corridoio con volte a crociera mi conduce al cortile.

Dimentico in un baleno la confusione della piazza, lo sfrecciare di bici, tram, auto. Il trambusto della città si spegne come assorbito da un’aura di serenità e rigore.

È uno spazio incantato, il Begijnhof (letteralmente “Beghinaggio”), complesso residenziale nato nel Trecento, in cui decine di case si stringono intorno ad una piccola area verde.

Fino a cinquant’anni fa ci abitavano le Beghine, donne di fede cattolica che, pur senza aver preso i voti, vivevano come monache in un convento. Qui riunite, si adoperarono per secoli nell’assistenza ai bisognosi, fino alla morte dell’ultima “monaca laica” nel 1971.

Ancora oggi solo al gentil sesso è concesso abitare queste case: la Fondazione Begijnhof – attuale proprietaria – le affitta ad un centinaio di donne.

I palazzi del Begijnhof allungano sul cortile le ombre di facciate in mattoni, traforate da ampie finestre intelaiate di bianco. Garbo e purezza.

L’una di fianco all’altra, le facciate sono chiuse in cima dai frontoni tipici dell’architettura olandese di Sei e Settecento: ci sono i semplici frontoni a becco, quelli a gradoni e i più sofisticati frontoni a collo di bottiglia e a campana, alcuni con l’aggiunta di pinnacoli e volute decorative.

Sono case secolari ma non antiche quanto l’originario Begijnhof: le abitazioni trecentesche delle prime Beghine, costruite in legno, non scamparono agli incendi che devastarono Amsterdam nel Quattrocento.

Assi in legno e preghiere clandestine

Come per ogni regola che si rispetti, l’eccezione c’è. È una casa in legno in piedi da oltre cinquecento anni, la Houten Huys.

Impossibile non notarla al numero 34, nel fitto dei mattoni del Begijnhof. Più volte restaurata, è una delle case più antiche di Amsterdam, la più antica in assoluto secondo qualcuno. La sua facciata in legno scuro nasconde secoli di vita e di vite vissute nelle sue stanze, tuttora abitate.

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Quante epoche ha attraversato indenne, quanti incendi, quanti sconvolgimenti religiosi e politici, quante rivoluzioni culturali, quante proclamazioni di innovazione, quanti ritorni di tradizione.

La Houten Huys ha resistito a tutto, imperturbabile. D’altra parte, non era sola: c’è sempre stato un edificio ad offrirle conforto e compagnia, ad una manciata di passi. Parlo della Chiesa gotica del Begijnhof, la Chiesa da cui ha avuto origine lo spirito ribelle delle Beghine.

A fine Cinquecento, quando Amsterdam aderì ai dettami della Chiesa riformata, fu proibito ai cattolici di praticare pubblicamente il culto e i possessi della Chiesa cattolica furono confiscati. Soltanto le Beghine sfuggirono alla censura: le case erano di loro proprietà, non della Chiesa, e il Begijnhof, per oltre duecento anni, rimase un’enclave cattolica in una città prevalentemente protestante.

La Chiesa gotica di fronte alla Houten Huys, no. Il Consiglio cittadino la donò alla comunità protestante.

Fu così che le Beghine, private di un luogo di culto alla luce del sole, istituirono in gran segreto una “casa-Chiesa” nelle stanze di due abitazioni collegate fra loro, al numero 31 del cortile. Una Cappella clandestina, ribellione sottobanco, insospettabile in un spazio intriso di disciplina e pudore.

***

Il cortile delle Beghine ad Amsterdam è un cortile senza tempo né suoni, delicato come il vento che plana verso terra, forte come i palazzi che lo stringono. È uno dei miei luoghi del cuore ad Amsterdam.

Qual è il tuo? Dimmelo nei commenti e condividi questo racconto: chi, come noi, ama viaggiare è sempre in cerca di scorci da assaporare, anche se solo con il pensiero! 😉

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4 commenti
  1. Rispondi

    Paolo Ambrogio

    19/08/2018

    Non conoscevo la storia delle beghine di Amsterdam, è stato veramente interessante.

    • Rispondi

      francivinai

      19/08/2018

      Grazie Paolo, sono felice di avertela fatta scoprire! 😊

  2. Rispondi

    Fabrizio Bertolini

    27/09/2020

    Gentile signora Vinai varrebbe forse un accenno alla Cappella nascosta all’interno del cortile ove si venera il Santissimo e un cenno al miracolo di Amsterdam.
    Bella descrizione di un luogo sconosciuto ai più.
    I migliori saluti, Fabrizio Bertolini.

    • Rispondi

      Takeanyway

      28/09/2020

      Grazie mille Fabrizio, ma niente titoli o cognomi… qui su Takeanyway solo semplicemente Francesca 🙂
      Grazie per la precisazione, che senz’altro soddisferà la curiosità di altri lettori. E grazie per l’apprezzamento, adoro scoprire angoli nascosti e storie sorprendenti come quella delle Beghine!

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FRANCESCA VINAI
Italia

Ciao, benvenut* su Takeanyway. Sono Francesca, di professione giornalista e creativa, per passione viaggiatrice in cerca di storie. Viaggio per abbattere frontiere, per catturare scorci, per nutrirmi di incontri, per scoprire curiosità vicine e lontane, da raccontarti qui. Lasciati ispirare e fai buon viaggio.

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