È il capoluogo della Foresta Nera ed è sorprendente. Friburgo in Brisgovia, nel Land tedesco Baden-Württemberg, è la prima città che ho visitato tenendo gli occhi bassi ben più spesso di quanto abbia rivolto il naso all’insù. Non per paura, sia chiaro, ma per ammirazione. Volete sapere il perché? 🧐
Mosaici e fili d’acqua in centro
Sono piccoli, piatti, ovoidali. Disposti in file armoniche, compongono una sinfonia di grigi e ocra che orna le antiche vie del centro.
Provengono dal letto del vicino Reno e rivestono da secoli le strade cittadine. Ci sfrecciano sopra i copertoni consunti di vecchie biciclette, come cerchi lanciati da giocolieri sfuggenti.
Sono così ipnotici, questi ciottoli di fiume, accostati gli uni agli altri come tessere di un enorme puzzle.
Compongono, ordinati, la pavimentazione della Friburgo duecentesca, una schiera di sassi che i bächle interrompono e i mosaiken ingentiliscono.
I bächle sono canali stretti e poco profondi che solcano le vie lastricate. In assenza di protezioni devo stare attenta a non finirci dentro, perché ci scorre l’acqua in gelidi fili.
Nati in epoca medievale come linee tagliafuoco (allora indispensabili in una città costruita in legno, ad alto rischio incendi), pare che i bächle oggi siano il maggior divertimento estivo dei bambini a Friburgo.
I mosaiken sono gli antenati delle insegne moderne, posizionati a terra anziché in alto. Nel più antico cuore cittadino, ne incontro ad ogni passo.
Sono mosaici colorati che decorano il selciato antistante gli ingressi di locali e botteghe, indicandone la funzione originaria.
Davanti alla porta che fu di un fornaio, un mosaico riproduce un brezel. Il boccale di birra suggerisce che qui sorgeva una locanda e quel diamante che là aveva sede una gioielleria. Le forbici annunciano un sarto, lo stivale un calzolaio.

C’è un altro luogo non convenzionale che ospita brezel e stivali a Friburgo, la Cattedrale gotica. Mi stupisce ritrovarli nelle sue vetrate sgargianti, che irradiano le navate interne di lame iridescenti di luce.
Ciascuna vetrata esibisce, a mo’ di firma, il simbolo della corporazione artigiana medievale che la commissionò: il brezel dei fornai, lo stivale dei calzolai.

La storia è antica, gli orizzonti lontani
Friburgo ha fondamenta intrise del fascino germanico dell’Alto Medioevo.
Ci sono le Porte cittadine del Duecento, sopravvissute ai bombardamenti degli Alleati nella Seconda guerra mondiale: la Schwabentor, che connette Friburgo alla Foresta Nera, e la Martinstor sulla centrale Kaiser Joseph Strasse.
C’è la Cattedrale, un complesso mastodontico in arenaria rossa, le guglie sottili rivolte al cielo, i gargoyle mostruosi, la torre campanaria che svetta sulla città dall’alto dei suoi 116 metri.
Ci sono i tetti aguzzi e i frontoni a gradoni che scendono in strada, c’è l’umidità pungente che avvolge da secoli la via dei pescatori, Fischerau.
C’è l’orso dorato che sorveglia l’ingresso di un hotel, il Zum Roten Bären, attivo sin dal 1120, quando la città non era che un villaggio; il che ne fa uno degli alberghi più vecchi al mondo ancora attivi.



È antica, sì, eppure Friburgo è una città dinamica e avveniristica.
Sarà per via degli studenti che la animano; arrivano a migliaia da ogni parte del mondo per frequentare la sua Università, tra le più blasonate in Germania.
La stessa Università in cui studiò il cartografo tedesco Martin Waldseemüller, colui che ad inizio Cinquecento coniò il nome “America” per il nuovo mondo, in onore di Amerigo Vespucci.
Sarà per via del suo animo green, propulsore di scelte futuristiche come quella, inattesa negli anni Settanta, di pedonalizzare il centro storico.
D’altra parte, il verde è la cifra distintiva di Friburgo, immersa com’è nella Schwarzwald, la Foresta nera, una landa di morbidi pendii, custodi sempreverdi di fiabe intramontabili.
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Friburgo si svela con discrezione, un passo alla volta, aneddoto dopo aneddoto, sul filo della storia, sull’onda delle fiabe. E alla fine sorprende.
Voi ci siete mai stati? Conoscete la Foresta nera, Triberg e i suoi orologi a cucù? Potrei parlarne in un prossimo post, fatemi sapere se vi interessa! 😉
Anna
Un punto di vista differente… molto interessante! Chissà quando andrò a Friburgo, ma dovrò ricordarmene! 😁
francivinai
Grazie Anna! 😊
Anna
É stato un viaggio emozionante! Me lo hai fatto rivivere….ora aspetto Triberg!
A proposito, mi sembra di riconoscere la persona che percorre la Kaiser Joseph Strasse!!
francivinai
Ahahahah 😍
Katja
Ho fatto quasi un anno di Erasmus a Friburgo e ci ho lasciato il cuore! Città che straconsiglio a tutti ma proprio a tutti perché io mi sono trovata molto bene ed è bellissima 🙂
Takeanyway
Ciao Katja, sono contenta che il mio “assaggio” di Frigurgo trovi riscontro e conferme in chi conosce così bene la città! 🤗